26/11/2018 - "Pensare sostenibile" Per un'economia ed una socialità davvero diverse

Forse mai come in questi giorni la città di Brindisi ha vissuto uno dei momenti più alti del proprio fermento culturale. Infatti, la concomitanza di due eventi sensibilmente diversi ma altrettanto importanti e con relatori di rilevanza nazionale, testimoniano inequivocabilmente che la città avverte l’esigenza di riflettere sul proprio futuro in maniera critica e di approfondire le problematiche che attanagliano la nostra epoca.
Con questa chiave di lettura va interpretato l’incontro organizzato dall’Ufficio di Pastorale Sociale diocesano sul tema dello sviluppo sostenibile ospitando il prof. Paolo Enrico Giovannini già Ministro della Repubblica Italiana e Portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile.
L’incontro ha preso le mosse dall’Enciclica Laudato si di Papa Francesco e dal suo chiaro messaggio che lo sviluppo può essere realmente tale solo se non ridotto alla mera sfera economica ma anche al pieno raggiungimento del bene comune nella giustizia sociale e della solidarietà intergenerazionale.
È significativo l’aver portato all’attenzione della nostra comunità tale messaggio, perché proprio il nostro territorio ha sempre vissuto con forte attrito la scelta tra la sua naturale vocazione turistica e il favorire lo sviluppo industriale. E così spesso le nuove generazioni si sono trovate a scontare gli errori compiuti dalla politica miope dei propri predecessori, spesso tesa solo al raggiungimento di effimeri risultati immediati a loro scapito.
Invece, pensare sostenibile non solo significa fare impresa in modo diverso, ma anche socialità in modo diverso. Vuol dire porre al centro la persona attraverso la promozione della solidarietà, che è la determinazione di impegnarsi per il bene comune perché ogni risultato può essere conseguito solo ove tutti si cooperi al suo raggiungimento.
Infatti, la prima sfida è proprio a livello personale e viene chiesto a tutti noi un autentico cambiamento nello stile di vita, affinché sia sempre più semplice e sobrio. Ogni gesto quotidiano deve divenire un consapevole atto di amore verso il pianeta e tutti i fratelli.
In questo quadro di responsabilizzazione individuale per il raggiungimento di un obbiettivo comunitario un posto centrale deve necessariamente essere assunto dall’etica.
Infatti, la crisi ecologica che stiamo vivendo è un emergere o una manifestazione esterna della crisi etica, culturale e spirituale della stessa modernità ed il nostro territorio ben conosce questo problema.
Come più volte affermato anche dal magistero pontificio, non possiamo illuderci di risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le relazioni umane fondamentali. Tutte, nessuna esclusa, perché solo così si può davvero raggiungere lo sviluppo integrale, altrimenti si rimane ancora schiavi della cultura dello scarto, come emblematicamente l’ha definita Papa Francesco, ove il più debole è sempre vittima inerme.
Infatti, quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità o gravemente ammalata, solo per fare alcuni esempi dei deboli tra i deboli, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa. Ed ogni sforzo che cerchi di preservare l’una escludendo gli altri non solo sarà inutile, ma addirittura paradossale.

(Editoriale pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno - Edizione di Brindisi del 26 novembre 2018)